Mum Drinks Milk Again: S/T [2008]


Una folle corsa a perdifiato lungo una strada di metallo, il fiato pesante che si fa strada tra le luci dei lampioni, una macchina che accelera fino a schiantarsi contro un muro fatto di note di piombo. Questi sono i MDMA, evocativi sia nel nome che nel genere. Forti di un sound allucinogeno e grezzo, questo power duo (!) di Prato stordisce prima di assuefare, come un piacevole trip che non si vorrebbe mai far finire. Sono un cazzotto nello stomaco che lascia intontiti, ma di cui non si può far a meno. La demo è schietta, rapida e diretta: non bada troppo al sottile, non perde tempo in parole (i titoli delle canzoni sono soltanto numeri), né in noiose dilatazioni senza capo né coda. Il sound è pesante, a tratti stoner, ma più semplicemente hard rock ben strutturato e senza sbafature: i riff sono talmente veloci che quando arrivano l'ascoltatore neanche se ne accorge, lo colgono di sorpresa, senza dare il tempo di prepararsi (prima) e di riprendersi (poi) la chitarra intreccia con la batteria un tappeto sonoro duro come quello dei fachiri e la voce costantemente effettata, pulita nella sua aggressività canticchia ritornelli che, se fossero posti in un contesto più pacato come quello pop, non varrebbero le note su cui sono suonati, ma che qui fanno scintille provocando esplosioni di delay e bastonate su pelli ruvide. Le risate (9) si prendono gioco di tutti quei poveri fessi che ancora non sono entrati nel tunnel e perdono il loro tempo a comporre canzoni dalla durata improponibile e dal sound scomodo, mentre i MDMA passano, o meglio corrono, di traccia in traccia, di minuto in minuto, senza mai prendere fiato, senza fermarsi a riflettere, forti di una spontaneità che nasce dalla passione per le cavalcate sonore tra lande oscure e psichedeliche, della durata di un paio di minuti appena, che lasciano l'acquolina in bocca per qualcosa di superiore, fosse solo anche il rimettere la canzone appena ascoltata. L'assordante ripetitività di chitarre distorte e fill graffianti, l'ossessione per l'armonia di un'onda che si infrange sugli scogli e la psichedelia di un caleidoscopio in pezzi sulle casse sparate al massimo: questi sono i MDMA, questo è il loro sound, e te lo sbattono in faccia.
Recensione a cura di:
Tommaso Fantoni


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