Piet Mondrian: Misantropicana [2010]


Nuovo lavoro per il duo Baldini - Polidori, che prosegue la strada imboccata nell'ultimo disco sotto la benedizione di una delle etichette più importanti del panorama underground italiano, la famigerata Urtovox. Misantropicana è un LP coraggioso e interessante sotto molteplici aspetti. La ricetta è sempre la stessa, ma migliorata: sulla linea melodica di un pop (che in questo caso è assai distante dalla versione popular del genere) minimale e scarno si ricamano giochi di piccola elettronica, sulla base di un'educata tastiera irrompono slanci di chitarre violente e si intrecciano note con la batteria che pone sempre l'accento ove il testo lo richieda. Vero protagonista e responsabile, quest'ultimo, della bellezza dei Piet Mondrian: una bellezza crudele e mai banale, che riesce a fotografare con attenzione e con la poesia della semplicità La Situazione confusa del nostro tempo e del nostro paese. Un disco crudele nelle liriche, dunque, spietato nei versi, che non risparmia nessuno. Lontano dal perbenismo da radical chic dei Baustelle e dalla piacioneria critica dei fanculisti Zen Circus, Misantropicana stupisce e coinvolge. Anche quando una linea vocale un po' troppo monotona rischia di arrugginire la fluidità delle tracce, interviene la voce femminile a sostegno; quando le coltellate elettriche della chitarra rischiano di svilire il minimalismo essenziale su cui si regge l'intera opera, ecco arrivare le timide note della tastiera a rimettere le cose a posto. I Piet Mondrian regalano al pubblico italiano un lavoro sincero e schietto, come pochi se ne erano visti finora; un disco essenziale, ma vario nella composizione e negli arrangiamenti, un disco che lascia il segno, pur passando leggero. Un affresco contemporaneo di musica e parole, critico e cinico. In conclusione, un disco che mette a nudo con la crisi dell'essere umano, da quella interiore a quella economica; un disco detestabile e quindi bellissimo.

Recensione a cura di:
Tommi 'Jena' Fantoni

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