Piqued Jacks : Just a Machine [2012]

Ascoltando "Just A Machine", l'ultimo EP dei Piqued Jacks (gruppo formatosi nel 2006 a Pistoia) si percepisce innanzitutto un lavoro di gran qualità. Non a caso l'EP in questione è stato registrato a Los Angeles e seguito dal produttore statunitense Brian Lanese, già vincitore di tre Emmy Awards.  La qualità della registrazione dunque non delude le aspettative, sound profondo e ben calibrato su ogni strumento, davvero professionale e di alto livello.  Scorrendo le sei traccie si percepisce chiaramente l'intento della band di voler trovare un punto d'incontro tra alternative rock e sonorità più funky, discutibile come gusto certo, ma spesso ben riuscito; un esempio ne è Youphoric?!, ma anche il singolo Welcome to the future il quale comincia con un atmosfera à la Muse per sfociare successivamente in colori più groovy nel ritornello. Tuttavia questo accostamento non riesce sempre benissimo: in Amusement park ad esempio si passa repentinamente e con poca naturalezza da strofe gipsy a ritornelli in stile Incubus. Vi è inoltre una caratteristica che oggettivamente accomuna tutti i brani: la poca orecchiabilità. Mi spiego meglio: le progressioni armoniche sono molto complesse e poco intuitive, seguite in generale da linee melodiche non di certo esaltanti e da affiancamenti di parti talvolta audaci.  Il risultato è che in generale non si avverte da parte del gruppo una finalità mirata ad emozionare l'ascoltatore, bensì a stupirlo e spiazzarlo. Dopo l'ascolto di una traccia non si rammenta più quale ne fosse il tema principale, il che è davvero un peccato visto che non stiamo di certo parlando di un gruppo prog (vista la sonorità proposta e le varie influenze), dunque la parte melodica dovrebbe giocare un ruolo fondamentale.  In conclusione Just a Machine è un EP affascinante e di gran qualità tecnica, che diverte e stupisce, ma che rischia di non emozionare quanto dovrebbe.
Recensione a cura di:
Giacomo Rapisardi


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