Atterraggio Alieno: Il Disgelo [2012]

Tre anni dopo l'ottimo esordio con "La Piena" ecco che torna Francesco Falorni, in arte Atterraggio Alieno. La prima particolarità che si nota subito dopo pochi minuti di ascolto del nuovo disco di Atterraggio Alieno, “Il Disgelo” (2012, Suburban Sky Rec) sono gli arrangiamenti estremamente semplici ma efficaci. E proprio nella loro forza essi dimostrano come si possa ancora fare buona musica senza ricorrere alle tecnologie di questo terzo millennio, che (secondo alcuni) sempre più estraniano il musicista dallo strumento che suona.
Il discorso musicale è tenuto per tutta la durata del disco dagli arpeggi di chitarra, a volte sostituiti o addirittura integrati da quelli del banjo, come in Nero Petrolio (ottima scelta, visto il risultato sonoro). A questi arpeggi si aggiungono, appunto, pochi ma incisivi strumenti che vanno a creare un etereo e minimale tappeto sonoro che, insieme alla dolcezza e all’armonia della voce, sembrano davvero portare su di un altro mondo dal quale Atterraggio Alieno proviene. Saremo Ricchi D’Amore ne è un esempio lampante: prima track del disco, che si presenta quasi come biglietto da visita dell’intera opera: l'immediatezza e la genuinità che la contraddistinguono vengono infatti esaltate da un sapiente uso del violino e della tastiera, mentre la voce intona temi leggeri, a volte prendendosi in giro e a volte prendendo in giro i problemi stessi del mondo di oggi (come appunto nella canzone appena citata, oppure in Cervello Lo-Fi). L'orecchiabilità è senza alcun dubbio tra le priorità dell’artista e non è una sorpresa se alcuni ritornelli rimangono in testa ancora per molto tempo dopo la fine della tracklist (Disgelo). Un lavoro notevole nel complesso, anche se il cantautore di Castelfiorentino rischia a volte di perdersi in liriche monotematiche, oppure scivola nella trappola della costruzione di schemi musicali stereotipati, quasi sempre chiusi da vocalismi (idea carina ma di cui non bisogna abusare). E’ certo però che Atterraggio Alieno si cimenta in uno grossa prova di maturità e rimane sicuramente da tenere d’occhio e da seguire, ancora di più se siete tra quei fruitori a cui piace mettere il disco, premere play e perdersi tra le note e le tranquille armonie, in quel mondo fantastico che solo la musica (e questo cantante extraterrestre)  riesce a creare.
Recensione a cura di:
Jerro Sabaii


Nessun commento:

Posta un commento