Une Passante, il palco e gli Alt-J [Live 02] : Roma

Giulia Sarno è Une Passante, una delle chanteuse più interessanti del nostro universo musicale. Palermitana di nascita ma fiorentina d'adozione, a inizio anno uscirà con un nuovo disco (sempre sotto la sua label Anna The Granny) colorato da una deriva molto più elettronica del precedente. Quale migliore occasione per rodare i pezzi nuovi se non quella di eseguirli durante due concerti sold out in apertura agli Alt-J ? Per chi non li conoscesse gli ∆ (si pronuncia Alt-J) sono la band inglese rivelazione dell' alternative drum pop, per alcuni gli eredi degli Hot Chip, per altri solo un gruppo di ragazzi che con la loro ultima release "An Awesome Wave" stanno macinando chilometri e scalando le classifiche.
In conclusione, abbiamo chiesto a Giulia di tenere un piccolo diario di viaggio per raccontarci l'esperienza di questi due live (a Ravenna e Roma) in compagnia degli ∆. Buona Lettura! FU!



29.11.2012 - Circolo degli Artisti, Roma
"Divertente questa cosa che anche oggi mi ritrovi a scrivere il diario della giornata alle due e venticinque del mattino: ieri da una macchina in corsa verso Roma, oggi da una comoda poltrona-letto di quella nota marca svedese di arredamento e suppellettili, sotterrata da un groviglio di sacchi a pelo e coperte di pail, che mi sta conciliando irresistibilmente il sonno. Resisto però alla tentazione di procrastinare e provo lo stesso a riordinare le idee e scrivere il diario di questa seconda - e ahimè ultima - giornata di concerti."
Ecco, questo è quello che sono riuscita a scrivere stanotte prima di crollare. Ora è mezzogiorno, e siamo sulla strada di ritorno verso casa, carichi del mio piatto tipico romano preferito: i tramezzini di Corsetti.


Ok, la smetto di parlare di cibo e torno a ieri. La giornata comincia con una inaspettata attività di deviazione del traffico, vigile urbano style, per permettere al tour bus degli Alt-J di fare una manovra improbabile che blocca tutta la zona di Casilina Vecchia per una buona mezz'ora. Ovviamente diluvia. Band e tecnici escono dal bus con aria provata: la Ravenna-Orte con le sue buche non perdona, è evidente che non hanno chiuso occhio. Le uniche parole che escono loro di bocca sono "shower", "coffee" e "Colosseo", che rinunceranno presto ad andare a visitare quando gli spiego, terrorizzandoli, cosa succede al traffico romano quando piove. D'altronde il pomeriggio è da dedicare alla promozione: Gus e Gwil vengono spediti a Radio Città Futura, mentre io accompagno Thom a Radio Rock per fargli da interprete all'intervista. Alla radio sono tutti molto emozionati, la conduttrice a stento trattiene le lacrime asserendo che gli Alt-J sono la sua band preferita.
 Thom è carino e disponibile come ogni bravo british gentleman, anche se poi mi confessa di non poterne più degli estenuanti giri promozionali, di dire le stesse cose, di rispondere sempre alle stesse domande. E lo so che starete pensando "Ma che cazzo si lamenta di essere famoso!", ma sappiate che questo lavoro ha, come tutti i lavori, i suoi lati negativi, e la stanchezza che si accumula nell'essere sempre in viaggio, lontani da casa (avreste dovuto vedere la faccia di John, il fonico, mentre mi mostrava le foto della sua bimba di nove mesi, che non vede praticamente da quando è nata) può farti uscire fuori di testa. E se questa cosa la accuso io che al massimo vado a fare un tour di dieci giorni tra Bolzano e Recanati, pensate loro che oggi sono a Milano e domani a Hong Kong.


Tornati al Circolo è ormai tempo di soundcheck, che oggi viene monopolizzato da due grandi questioni: un problema alle radiofrequenze degli in ear monitor della band, che fa sclerare un po' tutti e rimane irrisolto, e l'attesa di un coro di non si capisce bene quante persone, ingaggiato per eseguire l'intermezzo a cappella "(Ripe & Ruin)". Sta di fatto che sono le sei e mezza e finora si è presentata soltanto la cugina di Joe, che assicura che gli altri componenti prima o poi arriveranno. Boh. Fortunatamente gli Alt-J sono ragionevoli e rinunciano ad aspettare, permettendo anche a noi di fare il soundcheck, ed evitando così di essere da me maledetti per l'eternità. Non appena Manu attacca, i sub piazzati sotto il palco fanno un delizioso effetto terremoto: sono già gasatissima. Le tre ore che separano prova e performance sono colmate dagli abbracci e baci con i tanti amici romani presenti, da una bella chiacchierata con la carinissima merchandiser Lucy, che vive in una barca fuori Londra e sogna di venire a Firenze, e dalla pizza "Circolo" - inaspettatamente decente! - con fiori di zucca e alicette.
Il backstage è affollatissimo, tra staff in abbondanza, fan "amici di amici" che sperano di poter scambiare due parole con la band (una cosa che non capirò mai, questa, e che mi fa una certa tristezza, ma comunque) e i diciassette (!) membri del coro finalmente giunti, che si chiuderanno in una stanza a provare con Joe e gli altri mentre noi saliamo sul palco.
Del concerto stavolta ricordo qualcosina in più, tipo di aver saltato come una scema e di aver seriamente preso in considerazione l'idea di fare stage diving sull'ultimo pezzo - probabilmente se mi fossi decisa mi sarei sfracellata al suolo con mestizia, quindi meglio essermi limitata a qualche balletto goffo e innocuo. Il pubblico ha reagito piuttosto bene, e siamo scesi dal palco con una bella sensazione di - oserei dire - trionfo. Già è una soddisfazione immensa essere riusciti, dopo più di un anno di lavoro, a portare alla luce questi nuovi pezzi: in più, rendersi conto di divertirsi tantissimo a suonarli è una vera gioia, in parte anche inaspettata. Quindi SUPER.


Gli Alt-j salgono sul palco accolti da urla isteriche. È incredibile l'entusiasmo che circonda questo gruppo di ragazzi con alle spalle un unico (bellissimo) disco, e devo dire che se lo meritano tutto. Quando entra il coro la gente va in visibilio, e il pezzo riesce egregiamente. Insomma, per me promossi a pieni voti, quindi non perdeteveli la prossima volta che saranno in Italia - che gira voce sarà tra non troppo tempo - magari di nuovo con noi...
Basta, ho parlato veramente troppo. Chiudo così. Ciao.


Articolo a cura di:
Giulia Sarno

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