Celluloid Jam: Youth [2015]

"Youth" è la prima uscita ufficiale dei Celluloid Jam, trio nato a Firenze dall'unione di un producer, una performer e un visual artist. L'EP in questione (composto da quattro pezzi originali e un remix ad opera degli inglesi Is Tropical) esce per White Forest Records -label romana dedita solitamente a produzioni più cerebrali e ricercate- e rappresenta una ventata di aria fresca nella scena musicale nostrana. Dico novità perché se ragioniamo, in ambito locale, al di fuori dei confini della musica prettamente alternativa, noise o sperimentale, è raro ascoltare qualcosa di così marcatamente pop e catchy che non abbia quelle marcate influenze brit alle quali invece ci eravamo abituati negli ultimi anni (the Hacienda, the Rent, the Vickers prima della svolta psichedelica o Blue Popsicle per dirne alcuni). Il sound dei CJ resta comunque inglese e attinge a mani basse da quella sempre più fortunata estetica vintage/hipster che proprio dal Regno Unito ha ricevuto nuova linfa vitale negli anni 0. Mi riferisco a gruppi come Miike Snow, We Have Band, Crystal Fighters e (per l'appunto) Is Tropical, identificabili dal gusto per l'elettronica immediata e non ridondante, dalle sfumature 80's, a metà strada tra paillettes luminose, loop station, bassi abbondanti e delay vocali. Una volta che si accetta e si inizia a scoprire questo tipo di estetica, ecco che i Celluloid Jam trovano la loro posizione naturale rappresentando, anche per questo, uno dei progetti di più ampio respriro "internazionale" degli ultimi tempi. La matrice di "Youth" la troviamo fin da subito nella traccia di apertura, Fire, vero e proprio singolo (insieme a Nowness), in cui le ritmiche lievemente dance -portate poi all'eccesso dal remix in chiusura- che tanto ricordano quelle più eteree degli Animal Collective di "Feels", si sovrappongono a voci riverberate, cori e visuals colorati per quanto concerne la dimensione live. In Ocean e You and Me le atmosfere si fanno invece più distese e sognanti ma, anche in questo caso, non esistono momenti di disattenzione o noia. I pezzi funzionano, incuriosiscono e, anche in quei momenti in cui il cantato appare più timido o in difficoltà, le ritmiche coinvolgenti sono sempre pronte a venirne in soccorso. Il sound è sì giovanile, come suggerisce il titolo dell'EP (e la copertina non proprio entusiasmante che però racchiude in sé segni e indizi di quell'estetica di cui si parlava prima), ma è anche già pronto per lo step successivo: il full lenght. Si perché in fondo, per quanto interessante possa essere il prodotto, si tratta pur sempre di quattro pezzi e un remix che, nonostante sia ben fatto, non aggiunge poi molto all'insieme. La curiosità di vedere i Celluloid Jam sulla lunga distanza è molta e, se questo è il principio, non ci dovremmo sorprendere se nei prossimi mesi sentiremo sempre più spesso parlare di loro e se tutto ciò, alla fine, porterà a qualcosa di più grande.
Recensione di:
Tommaso Fantoni

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